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Melocactus diamantinus

Generalità

Al genere appartengono circa una trentina di specie, con fusto globoso, caratterizzato da areole con grosse spine arcuate ed una particolare formazione posta sull’apice delle piante, detta cefalio, simile ad un turbante di sottili peli grigiastri, rosati o rossastri; il nome melocactus deriva proprio dal cefalio, che sembra una mela posta sulle piante. Il cefalio non caratterizza le piante giovani, in quanto impiega alcuni anni a formarsi; i melocactus hanno sviluppo molto lento, e capita spesso di trovare esemplari innestati su cactacee a sviluppo più rapido, come i trichocereus. Producono fiori colorati, che sbocciano dal cefali, seguiti da piccoli frutti rossi.

I Melocactus sono piante di difficile coltivazione, adatte ad esperti di coltivazione di cactacee, e sconsigliati ai principianti. Non producono polloni basali, quindi tutti gli esemplari che troviamo in vivaio sono prodotti da seme, ed hanno alcuni anni di vita; per questo motivo, oltre ad essere difficile da coltivare, il melocactus è anche costoso, motivo in più per lasciare queste piante in mano a coltivatori esperti.


 

Esposizone

Pianta che necessita di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare.

 

Annaffiature

Intervenire con le annaffiature ogni 10-15 giorni, lasciando asciugare il terreno per alcuni giorni; evitare gli eccessi. In ogni caso è bene bagnare a fondo il substrato in caso di siccità prolungata.


 

Terreno

Il substrato dovrà essere molto poroso, costituito da terriccio universale, mescolato con pietra pomice, lapillo o pozzolana, o con un qualsiasi materiale utile a simulare un terreno roccioso e molto permeabile; se coltivati in terriccio non idoneo, i melocactus tendono ad ammalarsi con facilità, nell’arco di breve tempo.


 

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